I regimi liberali dell'Occidente avanzano lungo percorsi inesplorati verso un modello di gestione politica e organizzazione sociale che, in mancanza di un termine appropriato, è definibile come neofascismo o fascismo di nuovo conio. Le caratteristiche di questo regime socio-politico venturo che potremmo chiamare anche "post-democrazia" sono da un lato la spaventosa docilità della popolazione, dall'altro la progressiva inquietante dissoluzione della "differenza" (culturale e ideologica, esistenziale, soggettiva...) in mera "diversità" - versioni distinte dell'identico.
Percorsi di organizzazione sociale che condividono con i fascismi del passato due tratti fondamentali: in primo luogo, l'assenza di una critica interna, di una opposizione, di una resistenza da parte degli individui; e, in secondo luogo, una spinta alla belligeranza verso l'esterno, una foga espansionista, al giorno d'oggi anelito alla globalizzazione. La società post-democratica, il neofascismo di un domani, probabilmente già odierno, si esplicita attraverso altre due caratteristiche, che lo contraddistinguono come una novità storica: la rapida de-politicizzazione della cittadinanza che volta le spalle alla democrazia come formula politica senza affrontarla, tollerandola con rassegnazione, scetticismo e fastidio; e la reticenza a mostrare le dinamiche autoritarie, rendendo invisibili i meccanismi con cui agiscono la costrizione e il dominio: istanze di auto vigilanza e auto addomesticamento, brillanti tecnologie di controllo sociale che cercano di far sì che ognuno diventi il poliziotto di se stesso, comunque complice dichiarato della propria coercizione.
Nessun commento:
Posta un commento