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giovedì 9 dicembre 2021

LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

La strage di p.za Fontana non ci è giunta del tutto inattesa. Da molto tempo prevedevamo e temevamo un attentato sanguinario. Era nella logica dei fatti. Era nella logica dell’escalation provocatoria  iniziata il 25 aprile. Per giustificare la repressione, per seminare la giusta dose di panico, per motivare  la diffamazione giornalistica e scatenare l'esecrazione pubblica ci voleva del sangue. E il  sangue c'è stato. Purtroppo, come avevamo previsto, la repressione mascherata da “democratica” tutela dell'ordine contro gli opposti  estremisti ha continuato la sua  marcia. Solo noi anarchici sembravamo accorgercene. Per mesi abbino gridato nelle piazze, scritto sui muri, sui manifesti, nei volantini, ripetuto nei nostri giornali che era solo l'inizio. E sulle pane ci ritrovavamo soli, manganellati, fermati, denunciati e per di più ignorati dai marx-leninisti, dal M.S. e dagli altri “neo-rivoluzionari”, i quali ritenevano di avere cose più importanti di cui occuparsi, ben lieti in fondo che polizia magistratura stampa se la prendessero con gli  anarchici. Poi, come avevamo previsto, la repressione si è estesa, con igliaia di denunce a operai, centinaia di fermi, perquisizioni ecc. Per la prima volta a Milano è stato violentemente impedito un corteo del  Movimento Studentesco (quelli anarchici erano stati sempre dispersi brutalmente)... Anche un cieco  avrebbe potuto capire cosa stava succedendo e sembrava che anche i giovani dilettanti della rivoluzione marx-leninista cominciassero finalmente a capire. E invece no. Eccoli a gridare — facendo coro con la sinistra parlamentare, ben altrimenti interessata — che la repressione non passerà. Come se la repressione non fosse già passata, come se fosse normale routine democratica tutto quello che da qualche mese sta' succedendo, come se fosse normale routine democratica che i fermati dalla polizia “cadano” dal 4° piano della questura e diecimila operai vengano denunciati e decine di militanti di gruppi extraparlamentari vengano incriminati e condannati rispolverando i famigerati articoli 270-71-72 del codice fascista... Come se fosse  normale routine democratica che per gli attentati scopertamente  reazionari vengano immediatamente accusati gli anarchici (cfr. dichiarazione del poliziotto dr. Calabrese) e fermati, interrogati, perquisiti 588 (cinquecentoottantotto) militanti della sinistra extraparlantentare e 12 fascisti (rilasciati per primi dopo essere stati trattati con ogni riguardo)... A quanto pare i nostri scientificissimi “cugini” marxisti riconoscono la repressione ed il fascismo solo quando porta il fez (e solo, naturalmente, quando li colpisce direttamente). In questo bollettino non abbiamo potuto raccogliere per mancanza di tempo e spazio tutta la documentazione sull'estendersi della repressione (già del resto ampiamente documentata dalla stampa). Ci siamo limitati al campo anarchico, trovando in esso non solo la nostra specifica funzione di Crocenera, ma anche purtroppo sufficiente materiale. Perché la repressione si è estesa, ma continua a colpire sempre e pesantemente gli  anarchici. Anarchico era Pinelli, la prima vittima prescelta della repressione (dopo i morti di Avola e Battipaglia, vittime “casuali”);   anarchico è Valpreda, capro espiatorio della montatura provocatoria;  anarchici in larga parte i fermati ed i perquisiti (oltre settanta solo a Milano); anarchico il movimento politico scelto come primo più facile bersaglio della calunnia dei pennivendoli... (da  Crocanera n. 5, febbraio 1970)


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