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giovedì 9 dicembre 2021

La Strategia eversiva e i suoi responsabili

Apparentemente, la strategia eversiva sarà condotta sul terreno da un  coacervo di forze di destra civili, settori dell'economia, strutture militari e paramilitari e vere centrali terroristiche come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale — che ne saranno gli effettivi bracci armati — ma non mancheranno addentellati con la mafia, sempre  vicina ai servizi americani. Vere coordinatrici e promotrici della strategia si riveleranno però alcune organizzazioni politico-militari, formalmente clandestine ma con altissimi livelli di copertura politica e cospicui mezzi economici. Si tratta di strutture eversive ufficialmente non istituzionali, ma di fatto para-istituzionali, parastatali si potrebbe dire, avendo al loro interno funzionari ed esponenti di spicco delle realtà economiche, politiche, istituzionali e militari. Questi organismi controllano ingenti depositi di armi e centri  di addestramento attrezzati per operazioni clandestine e di sabotaggio  e fanno capo direttamente o indirettamente a una più vasta rete "coperta" e ramificata, creata negli anni '50 in ambito Nato-Cia, nota come Stay Behind Net, "la rete che sta dietro", una rete in origine pensata per essere attivata in caso di invasione sovietica, ma che avrebbe potuto tornare utile anche in caso di vittoria o possibile vittoria elettorale di partiti comunisti, e/o qualora ci fosse la necessità di ristabilire un ordine sociale. Fa parte formale  della rete, fin dal lontano 1956, la Gladio, struttura paramilitare "coperta" coordinata dal Ministero della Difesa, mentre vi si riferiscono in modo non formale altre strutture più recenti, dai nomi  ormai noti. composte sia da civili che da militari, fra le quali l' "Aginter Presse", la loggia massonica "P2", l'organizzazione "Rosa dei venti", il "Movimento azione rivoluzionaria" (Mar), l'"Anello" noto anche come  "Sid parallelo" o 'Noto  servizio", i "Nuclei di difesa dello Stato" ed altri gruppi minori. Dietro e/o dentro queste organizzazioni si muovono oltre ai servizi "di capi di governo, Ministri (di Interno e Difesa in particolare), politici di primo piano (della Dc, del Psdi e del Msi  in primis), pezzi di magistratura e molti alti funzionari dell'esercito, della finanza, della polizia e dei carabinieri — specifico di questi ultimi è nel 1964 il famoso "Piano solo" — oltre a giornalisti, spie, giornalisti-spia, cani sciolti, ex repubblichini e nuovi fascisti, in un reticolo di connessioni, complicità e ricatti i cui intrecci, nonostante le numerose inchieste giudiziarie, rimangono in gran parte avvolti da una spessa nebbia. Consultando i documenti dell'UAAR si rimane sconcertati dalla quantità di gruppi e organizzazioni, dichiaratamente fasciste e più o meno colluse con strutture istituzionali, sulle quali i burattinai dell'eversione e il "partito americano" potevano contare e che potevano agevolmente  manipolare. Certamente i servizi di sicurezza e i loro settori segreti e supersegreti, nazionali e non, vi giocarono un ruolo primario, ma ricordiamo sempre che nessuno di loro giocava in modo autonomo come si è poi cercato di far credere. I fantomatici servizi deviati avevano tutti, direttamente o no, un referente istituzionale, che in molti casi era lo stesso Presidente del Consiglio in carica. "Io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l'Anello", ha detto in una intervista nel 2011 il  capo della P2 Licio Gelli. È  ormai risaputo che le supposte deviazioni rispondevano in realtà a vertici politico-istituzionali ed a esigenze di ordine sovrannazionale (leggi Nato, Cia...) legate alla logica dei blocchi, alle quali questa Repubblica era sottomessa. Dopo il fallimento della strategia della tensione e delle stragi, tanto i "fascisti" quanto i "servizi deviati" saranno il comodo alibi dello Stato e dei suoi apparati. (Tratto da “La finestra è ancora aperta” Gabriele Fuga - Enrico Maltini)



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