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giovedì 21 luglio 2022

I Viventi e la Terra

Ci hanno rimpinzato di menzogne fino a farci scoppiare. Pieni da non poterci più muovere, è giunta l'ora di digerire la passività che ci fa dire: “le cose stanno così, non possiamo farci niente!” La perdita della libertà dei semi è solo una delle ultime maglie di una catena di afflizioni che ci attanaglia da lungo tempo: la terra è di proprietà, privata della nostra azione, sottratta alle nostre cure; l'aria ormai irrespirabile e infestata di veleni, le fonti d'acqua spariscono e la poca che resta accaparrata e sperperata da processi agricoli e industriali assurdi e dannosi; un cibo impoverito, nocivo e schifoso – anche se talvolta “di qualità” – ingozza una civiltà di obesi ammalati a scapito di milioni di malnutriti; e i rapporti interpersonali e con l'ambiente circostante, invece di essere improntati al reciproco arricchimento,una sequela ininterrotta di soprusi e devastazioni. «Gli agricoltori moderni hanno bisogno di un pesticida per eliminare un insetto divenuto sterminatore perché le piante avventizie, grazie alle quali l'insetto si nutriva e poteva vivere, sono state eliminate dagli erbicidi, i quali sono stati introdotti per sopprimere la sarchiatura meccanica, la quale non è più possibile a causa dell'aumento della densità delle piantagioni, le quali sono state accresciute perché le piante sono state selezionate per la loro produttività ad alta densità, la quale permette di avere il massimo beneficio dall'uso massiccio dei fertilizzanti a basso prezzo, i quali rendono le piante ancora più appetitose per gli insetti sterminatori, e così di seguito. Ad ogni passo la ricerca interviene, alleviando l'agricoltore dalla contraddizione immediata del sistema di produzione che lo incatena, e naturalmente ogni soluzione provvisoria apre nuovi mercati per le sementi, i fertilizzanti, le macchine, i diserbanti, i pesticidi...» (J.-P. Berlan)


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