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giovedì 7 luglio 2022

AVVENIRE - Jacques Camatte

Avvenire è pervenire ad un modo di vita in cui il godimento è possibile, effettivo, grazie a una messa in continuità con tutto il processo di vita, con il cosmo. Diamo un rapido sguardo a ciò che questo implica. La manifestazione di ogni uomo, di ogni donna, si opera a partire da un’affermazione che è, in definitiva, un porsi in seno all’eternità. La scomparsa di ogni lotta contro, ridimensiona il campo della negazione così come quello dell’interrogazione. La scomparsa della minaccia fa sì che si possa accogliere l’imprevisto senza essere rimessi in causa e quindi di stare nell’apertura a ciò che avviene. La meraviglia può essere considerata come la facoltà di percepire l’imprevisto, l’originale, il non ancora avvenuto. Presso gli esseri ontosizzati lo stupore, e perfino lo spavento, le sono spesso legati; è perché genera quasi inevitabilmente l’interrogazione, supporto di sofferenza. Avvenire significa in questo campo godere di ciò che avviene di imprevisto, di spontaneo, perché ciò riempie l’individualità di un contenuto che le conferisce grande pienezza. I genitori accettano la spontaneità dei loro figli, la loro immediatezza e la loro unicità, ciò che rafforza, negli uni e negli altri, la capacità di aprirsi all’imprevisto. La repressione, che fu una grande fonte di interrogativi, è scomparsa. L’accettazione della spontaneità implica la capacità di percepire l’evidenza, quindi l’attitudine a vivere la certezza, e non essere più mistificati dai misteri. Uomini e donne partecipano al cosmo. Essi non si posizionano più in un affrontarsi che sfocia nella dinamica della dominazione e della dipendenza, e nell’esacerbazione di una teorizzazione in funzione di un soggetto e di un oggetto. Se vi è partecipazione, non si pone più dualità, separabilità, località; ci si trova sul modo dell’ascolto e dell’apertura, con l’attitudine sempre rinnovata di comprendere ciò che avviene. Il modo di manifestarsi non è più dominato dall’adattamento che implica la reazione, ma da un agire che ha la dimensione della creazione. In virtù dell’apertura, il processo di conoscenza si caratterizza per un pensiero irradiante, essudato di tutta l’individualità-gemeinwesen, che è atta a percepire sia l’immediato dell’avvenuto (imprevisto) sia ciò che è accessibile solo in seguito ad un intenso processo riflessivo. Essa permette di essere presenti a tutti i livelli del reale e di sormontare ostacoli e difficoltà. La messa in continuità induce la possibilità di amare affermando il suo potere, la sua potenza di vita, fonte di gioia, di godimento e di pienezza. Vivere è muoversi nell’essere-avere godimento e pienezza.


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