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giovedì 9 febbraio 2023

Cosa potrebbe salvarci dalla distruzione

Sicuramente il ripristino e lo sviluppo del pensiero critico. Lo   sviluppo delle difese immunitarie contro l'abulia intellettuale  e il   cedimento. Lo sviluppo della nostra propria  intelligenza, poiché non deriva da un genoma superiore ma dall'esercizio a cui lo sottoponiamo. Per  intelligenza intendiamo il discernimento, questa facoltà di "raccogliere" i fatti dal latino (legere), leggere, scegliere, raccogliere, in vista di ricostituire una forma (eidos), una visione  ordinata (theoria), sullo sfondo confuso (chaos) del mondo. Non che la conoscenza del mondo non sia sufficiente alla sua conservazione, ma non possiamo fare niente se non sappiamo    niente. Senza forzare l'analogia, tutta questa attività di  raccolta, vaglio, bricolage e caccia alle idee, per noi, aveva a che fare con il   "pensiero selvaggio". Ma i nostri percorsi e le nostre visioni  non sono piaciute. "Concretezza!", "Azione!", hanno urlato quanti preferivano pensare con i piedi, piuttosto che far funzionare la testa. Ci hanno trovato "pesanti", "pessimisti", "catastrofisti", "disfattisti". - "A cosa serve allora?", ci hanno detto, "A che  pro?" In effetti, non abbiamo abbellito la realtà per "offrire delle prospettive". Avremmo voluto dire qualcos'altro e incontrarci con altri, ma siamo indagatori  e liberi pensatori; non dei militanti, non degli accademici. Siamo incapaci di falsificare i nostri rapporti per compiacere, e tantomeno delle persone che agiscono solo su garanzia di  successo. Diciamo quello che vediamo. Per  quanto cupa sia la  nostra situazione, dobbiamo guardarla in faccia senza distogliere lo sguardo e non meritare la nostra sorte arrendendoci. (Pièces et main d’oeuvre)


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