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giovedì 16 febbraio 2023

Tahar Ben Jelloun

La luce del giorno lentamente traccia sul

campo pudico di terra bianca il contorno di un

corpo amoroso.

Sul corpo nudo scivola la brezza del mattino.

Un vento breve drizza il seno

poi le anche. Sulla cima del ginocchio

impazzisce l’uccello del paradiso.

È un cuore che palpita

o è la terra che si spazientisce?

Il desiderio si è disteso nel letto del fiume lontano.

Corpo d’amore

brace di luce

attendi la notte per l’amplesso solitario.

Son io che ti invento

ti guardo fremere e muovere

la tempesta ti gonfia le labbra e t’irrigidisce il busto

una palma si china sui tuoi capelli che spandono fuoco

ti so fiume, leggenda e musica.

Ma il tramonto ti ha spento,

ultima stella che accompagnava il sole.

Giunta la notte, nessun pensiero ti esalta.

Questa è la solitudine:

un corpo appena nominato è portato via dalle parole.

(Tratta da: Stelle velate, Poesie 1966-1995)


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