Cavalcando per le strade
Sono le quattro e dormono tutti
Non sono stanco ed è così tardi
Muoversi velocemente sembra tutto fantastico
La mia bicicletta bianca
Vedi quell'uomo, è tutto solo
Sembra così felice ma è lontano da casa
Suono il campanello e gli sorrido
Poi vado dal suo bidone della spazzatura
La mia bicicletta bianca
La pioggia scende ma non mi interessa
Il vento soffia tra i miei capelli
Gabbiani che volano in aria
La mia bicicletta bianca
Il lampione china la testa in disgrazia
Non brilla luce sul mio viso
Attraverso l'oscurità, vediamo ancora
La mia bicicletta bianca e io
La mia bicicletta bianca
Il poliziotto grida ma non lo vedo
Sono una cosa in cui non credo
Troverà qualche accusa ma non è un furto
La mia bicicletta bianca
La mia bicicletta bianca
La mia bicicletta bianca
La mia bicicletta bianca
(I Provos, un gruppo di anarchici dadaisti Scelsero la bicicletta come santo strumento tribale, arma comunitaria contro i comportamenti antisociali degli automobilisti che agivano (e agiscono) indisturbati contro l'ambiente coperti dalla grande industria e dalla polizia. Gli automobilisti amorevolmente coccolati dagli spacciatori di petrolio e dai cementificatori, erano (e sono) il "braccio armato" di uno stile di vita che ormai andava inesorabilmente modellando la geografia del pianeta. Il piano era (ed è) distruggere il tessuto umano dei quartieri storici creando un mondo in cui fosse impossibile andare a scuola, al lavoro, a far la spesa, a curarsi e a divertirsi senza poggiare il culo su un autoveicolo, senza pagare il balzello all'industria e allo stato e senza devastare il territorio).
Nessun commento:
Posta un commento