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giovedì 2 febbraio 2023

STATI DI ALLUCINAZIONE - KEN Russell

Eddie Jessup usa una camera di privazione sensoriale per studiarne gli effetti sulla psiche. Associandone gli effetti a quelli di un allucinogeno originario di una tribù nativa del Messico, arriva a scoprire gli aspetti genetici della memoria cellulare: sia la sua mente che il suo corpo cominciano a sperimentare una regressione verso l'origine ancestrale della vita. Origine che ha una triplice forma. Dapprima quella di tipo mistico-religiosa: Jessup, pur cresciuto da atei, aveva sviluppato una forma di fede in gioventù, che pur scomparsa alla morte del padre riaffiora anni dopo grazie agli esperimenti. Le visioni apocalittiche mischiano i concetti di bene e male supremi configurandosi come una sorta di inconscio religioso totalizzante, dove il rimorso e il senso di colpa per la morte del genitore si mischia con visioni apocalittiche, da cui la duplice figura di un "capro dai mille occhi martire", simbolo di salvezza e dannazione, coacervo di tutte le suggestioni religiosi possibili. Più indietro, si tocca la prima forma umana, o "proto-umana", un ominide che si risveglia nel corpo di Jessup e ne prende il controllo per un breve periodo. Il tutto per poi arrivare oltre, sino all'origine ultima (o primigenia) della vita, il vuoto cosmico da cui tutto è generato, rischiando di precipitare nel nulla assoluto che avrebbe preceduto il Big Bang. Riesce infine a scampare all’annientamento, e a tornare
completamente umano, solo grazie al fortissimo legame affettivo che lo unisce alla moglie. Ken Russell non ci risparmia nulla, tra riferimenti biblico-apocalittici, anime dannate, una creatura antropomorfa crocifissa (divenuta l’immagine culto del film) e una componente body horror in linea con certe derive cronenberghiane del periodo. Colpisce anche l’idea di un viaggio a ritroso primordiale, con il suggestivo racconto dell’ominide e con la figura della scimmia che già in alcune opere fantascientifiche aveva lasciato un’impronta fondamentale: pensiamo all’approccio metafisico di “2001: Odissea Nello Spazio” o al futuro primitivo de “Il Pianeta Delle Scimmie”, quasi a voler chiudere un cerchio nel quale la ricerca di risposte sul nostro destino passa inevitabilmente da un (inconscio) ritorno al passato, attraverso lo spazio profondo. Ecco che così, “Stati Di Allucinazione” fonde il tema (neuro)scientifico con quello filosofico, catapultandoci in un mondo reale/parallelo alla ricerca di quel
sé originario trattato da molti studiosi nel corso dei secoli, fino alle recenti teorie di Freud e Jung. Il regista da così vita ad un viaggio allucinante a ritroso nella coscienza, che si spinge al di là di essa in quella zona di confine tra allucinazione e realtà. Tutto inizia alla fine degli anni Cinquanta, quando un neuro-psichiatra americano, tale John Lilly, convertì una vasca per lo studio dei sommozzatori in una sorta di incubatrice della mente umana. Trasformò la vasca in uno strumento in grado di ridurre al minimo gli stimoli esterni. Originariamente la vasca permetteva allo sperimentatore di restare in una posizione verticale, ma successivamente gli studi proseguirono su una ad assetto orizzontale. La vasca era piena di acqua satura di sale di magnesio dell’acido solforico, mantenuta costantemente a temperatura corporea in modo da eliminare la sensazione tattile. Il corpo dello sperimentatore si trovava così a galleggiare in assenza di gravità in un liquido isotermico. L’assenza degli altri stimoli veniva garantita isolando la vasca da luce e rumori esterni. Stiamo parlando della così detta vasca di deprivazione sensoriale, all’interno della quale il medico conduceva i suoi soggetti che, trovandosi in uno stato di totale isolamento fisico ed emotivo, entravano in una profonda fase di rilassamento. In qualche caso dottore e paziente venivano a coincidere, perché Lilly diresse su di sé i propri esperimenti, prima affondando nella cisterna e partorendo allucinazioni, quindi assumendo regolarmente ketamina e sostanze analoghe (pare che abbia utilizzato tale farmaco per ventun giorni consecutivi, somministrandoselo in dosi di 50 mg ogni ora).



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