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giovedì 21 settembre 2023

Gli animali non umani parlano, tra di loro, con noi e con il vivente tutto

Il tradimento chiama e interroga l’amore. Tradiamo solamente ciò che amiamo. Rompiamo la parola data nei confronti di coloro i quali sono nostri compagni, con i quali al principio abbiamo instaurato un legame d’adozione e di fiducia. Si tratta di un’alleanza. In francese, come in italiano, esiste la definizione «animali da compagnia», ma in tale definizione trovo che ci sia qualcosa che ha a che fare con il servizio, come quello delle dame di compagnia, un rapporto insomma tra superiori e inferiori. Nella vita urbana, al parco, capita spesso di vedere un umano e un animale: dovrebbero essere momenti di compagnia quelli, invece c’è un guinzaglio, una corda, un’incarcerazione virtuale, un imprigionamento. E ci sono i padroni, i proprietari che intervengono per privare della libertà: quella tra due cani di incontrarsi ad esempio, quando vengono prontamente tirati e privati di comunicazione. Si tratta di un atto di schiavitù non dichiarata che si insinua dappertutto. Tramite la schiavitù l’essere umano nega la propria umanità. Anche tramite il tradimento la nega. Nel «ti prendo, ti lascio, scelgo di lasciarti in vita o di togliertela», l’essere umano tradisce e tradisce la pulsione di fiducia che gli animali hanno nei confronti degli umani. Il tradimento è imperdonabile e in questo senso non si riesce a scegliere quale lo sia di più, se non nel senso che certo non si può recuperare, perché il crimine compiuto è rapido e inaccettabile.


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