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giovedì 14 settembre 2023

LEZIONI DI PITTURA - Herbert Pagani

Quando lascio Parigi, capital-spazzatura

Quando fuggo dalle pubblicità che mi assalgono a colori

Quando lascio il suo grigio nel retrovisore

Per cantare da qualche parte fra Loira e Mosella

Riscopro il tuo volto fra le rondini

E ritorno pittore e mi scordo il cantante.


Hai dei cieli che danno lezioni di pittura

Hai i cieli dei quadri della rivoluzione

Le tue nubi sputate da enormi cannoni

Si contendono l’alto, e passando in macchina

Mi sembrano navi assetate d’azzurro

E fioccano così basse, che mi sfiorano la fronte


Le tue capanne hanno tutta l’aria di venir fuori da una bibbia

Curata da un qualche Mosè normanno

E i tuoi prati sono di un verde così commestibile

Che si vorrebbe essere cavallo per brucarli un po’


Hai i cieli di Vlaminck, ma di un blu che si muove

Hai i campi di Van Gogh, ma con in più gli odori

Hai Monet per le acque, i riflessi, i vapori

E queste giungle fiorite nelle stazioni dei paesi

Sono talmente Rousseau [il doganiere], che quasi è un peccato

Che manchi un leone che sorride fra i fiori.


Che mi guidino dal cielo o li abbia alle calcagna

Che sian d’oro o di bronzo, di bruma o di sangue

Il tuo sole mi rivela, a questa o quell’ora

Primavere giapponesi, autunni spumosi

Estati violette, come da manuale

Novembri di pioggia, inverni di diamante. 


Però io, che prendo le tue lezioni di pittura,

Io che canto la tua terra proprio ai tuoi figli

Io che a forza d’amore ho perduto l’accento

E ti cucio in francese quartine su misura

Come molti amanti ho anch’io una ferita

Che conservo segreta, ma continua a sanguinare.


Ma mi hai visto? Ho il ricciolo berbero

Ma mi hai ascoltato? Ho la voce di un muratore

È nell’olio d’oliva che cucino le canzoni

E parlo gesticolando e adoro la mamma

Ed ho tanti pogrom nel mio cuore millenario

Che talvolta esito davanti al prosciutto.


Cominci a capire perché mi addolora

Vedere il disprezzo che hanno a volte i tuoi figli

Per i neri, gli arabi, gli ebrei, gli zingari

Che non hanno il talento di passare per poeti

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