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giovedì 7 settembre 2023

Katmandu (Les Chemins de Katmandou) – André Cayatte

(A Jane Birkin)

Il giovane Olivier partecipando alle dimostrazioni studentesche di Parigi, ferisce un agente. Per evitare la cattura, decide di partire alla volta di Katmandu, in Nepal, dove vive il padre, che egli ritiene molto ricco per chiedergli 30 milioni di alimenti mai versati alla moglie separata. Non essendo in grado di pagarsi il viaggio, il giovane accetta di partire per l'India per conto di un'organizzazione pacifista impegnata in una serie di iniziative a favore di paesi sottosviluppati. Durante il viaggio conosce una ragazza inglese tossicodipendente che pratica il libero amore con due coetanei, uno svedese e un olandese. Cayatte si reinventa il ‘68 e imbastisce un film lisergico e con una morale in stile peace and love. Una volta giunto in India, però, anziché fermarsi nella località destinatagli, intraprende il viaggio alla volta del Nepal, deciso a ricongiungersi col padre. A Katmandu lo attende una sgradita sorpresa: il padre è soltanto un uomo povero che fa la guida nei safari e trafficando in statue trafugate nei templi locali. A questa delusione si aggiunge la tragica morte della ragazza hippie incontrata durante il viaggio e alla quale si era affezionato. Lasciata Katmandu, Olivier riprende la strada dell'India, deciso
a svolgere con autentico impegno quei compiti che l'organizzazione pacifista, alla quale aveva aderito esclusivamente per effettuare il viaggio, gli aveva affidato. Voglio vivere così. Una perla del brutto a cui ripensare, così come consigliato da uno dei suoi pochi ma prestigiosi fan, ovvero Joe Dante: Katmandu (Les Chemins de Katmandou), di Andrè Cayatte (1969), un’innocente devianza figlia dei beati anni della contestazione il cui segreto fulcro di seduzione risiede tutto nell’eclettico cast: la storica e invidiabile coppia Jane Birkin e Serge Gainsbourg autore delle musiche, Pascale Audret, Elsa Martinelli, Arlene Dahl, Sacha Pitoeff… Per il giovane Olivier (Renaud Verley), esauriti i fasti ideologici del Maggio francese, è tempo di rientrare nell’alveo familiare e tentare di salvare il salvabile del rapporto con i genitori, una madre – modella ormai avanti con gli anni – abbandonata a sè stessa e un padre fuggito in Oriente, ora raggiunto da Olivier, che in Nepal riconosce il luogo ideale dove confondersi nell’illusoria chimera de «il privato è politico», stretto in un affaire inestricabile di soldi, droga e amore libero, ma la raffigurazione squallidamente realistica dei paradisi artificiali prodotti dalla droga ha una certa energia (notevole Jane Birkin sudicia, strafatta e infagottata in maglioni larghi). Un reperto d’epoca da guardare con tenerezza, anche per la scoperta finale della solidarietà



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