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giovedì 28 settembre 2023

L’opera d’arte realizzata dal capitalismo

Marx pone la contraddizione, tipica della società capitalistica, al centro delle sue riflessioni. Lì dove viene introdotto l’uso delle macchine dovrebbe ridursi e, al tempo stesso, potenziarsi il lavoro umano; mentre, e qui si tocca con mano la contraddizione, proprio l’uso delle macchine affama l’essere umano e lo costringe ad un accresciuto, spesso bestiale, sforzo lavorativo. Nella realtà ciò che dovrebbe determinare un aumento della ricchezza genera sempre maggiore miseria. La questione dell’assoggettamento della natura all’uomo diventa la questione dell’assoggettamento dell’uomo all’altro uomo. Ciò che dovrebbe, attraverso l’introduzione di sempre più raffinate tecniche e di strumenti scientifici all’uopo, determinare un miglioramento complessivo della vita, anche di quella spirituale, conduce invece l’uomo alle soglie della più totale abiezione.

L’OPERA D’ARTE REALIZZATA dal capitalismo è stata la trasformazione della massa popolare in liberi «poveri che lavorano». Quindi il capitalismo dà vita ad un nuovo sistema di oppressione che garantisce soltanto l’illusione della libertà. La stessa divisione della società in classi è garantita da una forma di indipendenza personale, ossia la libertà formale, che convive con la più totale dipendenza materiale, ossia la sudditanza economica. Soltanto con la transizione ad una società senza classi, si potrà pervenire alla formazione di una individualità libera fondata «sullo sviluppo universale degli individui e sulla subordinazione della loro produttività collettiva, sociale, come loro patrimonio sociale». 


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