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giovedì 8 marzo 2018

Il governo migliore è quello che non governa affatto

Accetto di tutto cuore l'affermazione " Il governo migliore è quello che governa di meno" e mi piacerebbe vederla applicata il più rapidamente e sistematicamente possibile. Essa conduce, nelle sue estreme conseguenze a questa altra affermazione alla quale pure credo." Il governo migliore è quello che non governa affatto"; e proprio questo sarà il genere di governo che avranno gli uomini non appena saranno pronti.
Il governo è nella migliore delle ipotesi, solo un espediente; solitamente la maggior parte dei governi, talvolta tutti, sono espedienti inutili. 
Le obiezioni che sono state sollevate contro l'esistenza di un esercito permanente, e sono molte, sostanziose e meritevoli di prevalere, potrebbero essere sollevate altresì contro l'esistenza di un governo permanente. Questo perché l'esercito permanente è semplicemente un braccio del governo permanente. Il governo stesso, il quale è soltanto la forma in cui il popolo ha scelto di esercitare la propria volontà, alla stessa maniera è suscettibile di abusi e di deviazioni prima ancora che il popolo possa agire mediante esso.
Per parlare tuttavia in modo concreto, e da cittadino di uno Stato a differenza di coloro che si definiscono negatori dello Stato, io non chiedo che si abolisca immediatamente il governo, ma chiedo immediatamente un governo migliore. Si permetta ad ogni uomo di rendere noto quale tipo di governo meriterebbe il suo rispetto, e questo sarà il primo passo per riuscire ad ottenerlo.
In fondo, la ragione pratica per la quale ad una maggioranza è  accordato il diritto di governare, e per lungo periodo, quando prima era il popolo a detenere questo potere, non sta nel fatto che la maggioranza sia nel giusto più verosimilmente, né perché si ritenga più equo che la minoranza ceda, quanto piuttosto che questa maggioranza è fisicamente la più forte. Al di là di questo, un governo nel quale la maggioranza comandi, non può essere fondato sulla giustizia, nemmeno nei limiti nei quali gli uomini la intendono.

Henry David Thoreau (1849)

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