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giovedì 22 marzo 2018

L'impulso alla domesticazione

Gli uomini e le donne hanno ceduto la loro spontaneità naturale, fatta di stimoli sensoriali totali, permettendo ad una rete culturale (simbolica) di avvilupparci e di indicarci come vivere e pensare. Infatti, " la cultura simbolica inibisce la comunicazione umana bloccando o sopprimendo i canali della consapevolezza sensoriale. La nostra esistenza sempre più tecnologica restringe notevolmente il campo di ciò che è percepibile". La cultura simbolica ha operato in modo radicale e progressivo nell'addomesticare i nostri sensi, disponendoli secondo una logica gerarchica che privilegia la vista, quel senso che più degli altri crea una distanza tra gli esseri e le cose, trasformando l'individuo in uno spettatore: "La supremazia del visivo non è affatto accidentale: la gratuita elevazione della vista nella gerarchia dei sensi non solo pone il vedente al di fuori di ciò che vede, ma rende fondamentalmente possibile il principio di controllo di dominio".  L'udito, l'olfatto, il tatto vengono isolati e sottomessi gerarchicamente alla vista, mentre le sensazioni corporee più intime e profonde vengono umiliate e sottovalutate: "Il vero marchio di fabbrica della società moderna è la definitiva separazione corpo/mente, ascritta all'idee di Cartesio. La grande ansia cartesiana, lo spettro del caos intellettuale e morale, è stata risolta attraverso la soppressione della dimensione sensuale e passionale dell'esistenza umana. Ancora una volta, alla base della cultura troviamo l'impulso alla domesticazione, la paura di non avere il controllo; un controllo che in questo caso  punta il dito contro i sensi, con spirito di vendetta".
 

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