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giovedì 1 marzo 2018

SIN CITY di Robert Rodriguez e Frank Miller

Sin City è una città nera, dove la notte non tramonta mai, abitata da una schiera di personaggi più cupi della notte stessa. Tutti cattivi, ognuno a modo suo: Marv, tenero bestione con un talento creativo per la sofferenza altrui; Kevin, ragazzo emotivo che ritrova la serenità divenendo uno spietato divoratore di esseri umani; la sua abietta guida spirituale il cardinale Roark, padrone della città; Dwight, fascinoso criminale che asseconda il suo destino e dispensa morte a piene mani; Gail, sua amata e regina delle prostitute che governano la città vecchia, donne che danno grande piacere, se si paga bene e si sta alle regole, o grande dolore, se si va oltre il seminato; un bastardo giallo, che violenta e mangia bambine impunito, coperto dal mostro suo padre che è anche Senatore della città, e contrastato solo da Hartigan, uno sbirro sul viale del tramonto disposto ad una carneficina per fermarlo e salvare Nancy, timida ballerina di lap dance.
Un colore predominante, il rosso.
Rosso di labbra, rosso di un vestito, rosso di un dettaglio, rosso di un sangue che scorre a fiumi nella fulgida follia di una visione quasi monocromatica di una città dove rimane solo violenza. Rodriguez e Miller si buttano (e ci buttano) a capofitto di una masnada di personaggi dubbi, dove tradimenti e doppiogiochisti sono all'ordine del giorno, dove le regole sono fatte per essere sovvertite. Dove non ci sono eroi, ma solo persone che devono continuare a sopravvivere in una città sempre più simile ad una giungla, dove vige la legge del più forte e della selezione naturale della specie. Una superba e magistrale lezione di cinema di taglio veramente dark e pulp, e le tavole del fumetto da cui e' tratto sembrano magicamente prendere vita e sostanza in un susseguirsi frenetico di eventi e di ammiccate cinefile dal taglio astratto e vagamente horror, ma sempre virate al grottesco vista l'eccessiva saturazione di violenza di cui e' pervasa tutta la pellicola. 
Sin City è un film espressionista e sperimentale allo stesso tempo. I temi dominanti del film sono l’amore e la morte. La morte come figura ciclica e meta finale di ogni esperienza umana, e l’amore come momento forte e unico motore di ogni percorso individuale. 
Un raro esempio di cinematografia a tratti naif, che traccia dei tempi bastardi in cui viviamo e la cui morale non e' poi molto lontana dalla società' in cui viviamo ora.
Veloce, divertente e pieno di difetti, Sin City resiste ogni definizione, schiva ogni categorizzazione legata ai canoni classici, e si offre al suo pubblico come opera unica e irripetibile.
Nella città del peccato la vita non ha troppo valore, si può morire in ogni istante ma si può trovare ogni cosa se si conosce il posto giusto dove cercarla; le mezze misure non contano, perché o hai il coraggio per vivere o sei soltanto uno dei tanti, uno del mucchio, uno dei perdenti. Allora per farti strada, devi scegliere da che parte stare, buoni o cattivi non fa tanta differenza, perché una pallottola ti farà male comunque, e nessuno verrà a salvarti.


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