Chi comanda deve usare la violenza, appunto perché è in minoranza e deve impedire costantemente la ribellione degli oppressi. Questi, per liberarsi, per essere veramente uomini padroni della propria vita e del proprio lavoro, devono prendere loro il potere, devono sconfiggere la minoranza violenta, devono usare una violenza più forte. Questa violenza non è distruttrice: è creativa. La violenza rivoluzionaria è l’unica possibilità effettiva di instaurare una società dove non vi siano più oppressi ed oppressori, dove il potere si eserciti sotto il controllo reale di tutti.
M. Capanna, La contro violenza rivoluzionaria
Nel ’68 il Movimento studentesco era il Movimento studentesco: c’erano dentro tutti, tranne qualche microgruppo maoista. Poi iniziarono a nascere i gruppi, o gruppuscoli, come diceva il Pci, o sedicenti gruppuscoli, come diceva la stampa più cattiva. Il sogno di tutti era fare il grande partito, più o meno leninista, che avrebbe finalmente fatto la rivoluzione che quelli antipatici del Pci non volevano più fare.
J. Fo – S. Parini, ’68. C’era una volta la rivoluzione
Occorre giungere alla pratica di una militanza di tipo nuovo, emblematicamente: il «Che» non teorizza la guerriglia senza farla: va a morire in un’imboscata. Non si può più accettare la delimitazione dell’ambito universitario, perché il militante, quand’è rivoluzionario non può settorializzare la contestazione, ma deve intervenire in ogni piega del tessuto sociale, ovunque si verifichi l’oppressione capitalistica. Essere presenti nella fabbrica e nella scuola non basta perché l’operaio e lo studente vivono anche altrove l’alienazione quotidiana: in famiglia, nella chiesa, nell’esercito, nei mass-media ecc. L’offensiva del Ms non può che essere generalizzata e la ripresa delle lotte dovrà avvenire mettendo al centro la condizione complessiva dello studente e dell’operaio nel contesto sociale.
M. Capanna, Movimento studentesco: bilancio di un anno di lotte
Gli studenti alla città il primo giornale di controinformazione studentesco. Dopo gli scontri alla questura e i fatti di Avola all’interno del Movimento Studentesco si sente l’esigenza di un organo di controinformazione. Le lotte, i morti, le botte, tutto veniva falsificato, non solo il Corriere della sera, ma tutta la stampa in genere faceva a gara a sputtanare il movimento. Iniziamo le riunioni quasi in sordina: un cartello firmato M.S. che indice riunioni settimanali sull’organo di controinformazione. Nessuno dei grandi partecipa direttamente, ma in breve l’iniziativa raccoglie una decina di compagni che decidono di passare all’azione.
Valcarenghi, Underground a pugno chiuso!
Centinaia di incriminati cariche selvagge di poliziotti, arresti, condanne, perquisizioni domiciliari, torture, percosse, intimidazioni, interrogatori ideologici. L’apparato repressivo dello Stato italiano si è scatenato contro il movimento universitario, tentando di decapitarlo con gli stessi metodi e la stessa ostinazione che il fascismo dei primi anni adottava nei confronti dell’opposizione democratica. La Costituzione, la legge, i diritti dell’uomo, le norme di convivenza di una società civile, tutto è carta straccia per il poliziotto con il manganello alzato, per chi gli ha impartito l’ordine di alzarlo. E a Roma, a Pisa, a Torino, a Trento ovunque da mesi gli studenti si battono contro le strutture autoritarie e classiste della scuola e della società italiana, regime ed establishment hanno alzato la bandiera della vendetta contro i loro figli eretici e ribelli.
G. Loteta, La linea dura della repressione
Decine di case perquisiste e messe a soqquadro nel corso della notte, decine di studenti trascinati in questura e sottoposti a brutale e prolungati interrogatori; mandati di comparizione e minacce di nuovi mandati di cattura: anche a Roma lo stato borghese ha mostrato il suo volto repressivo.
ROMA NON è che l’ultimo episodio - Oltre 2000 fra studenti e operai colpiti dalla repressione. A Torino Guido Viale è in carcere per la seconda volta da quindici giorni per aver solidarizzato con gli operai della FIAT in lotta. A Pisa 7 studenti universitari e operai del gruppo «Potere Operaio» sono da quasi un mese in carcere senza processo per aver protestato insieme agli studenti romani contro l’arresto ingiustificabile di un loro collega […]. A Parma, Venezia e Cagliari brutali interventi contro le grandi manifestazioni e gli scioperi generali di protesta.
Volantino del movimento studentesco romano, Contro la repressione intensifichiamo la lotta
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