Mi dissero che avevo tre mesi da vivere,
cosi mi trascinai a Bernadotte,
e per ore e ore sedetti accanto al molino,
dove le acque raccolte, mosse in profondo,
parevano immobili:
o mondo, questo sei tu!
Sei soltanto uno slargo nel fiume
in cui guarda la Vita e con gioia la vediamo
specchiarsi in noi, e cosi sogniamo
e trascorriamo, ma quando torniamo
a cercare quel volto, ecco le lande
e piante secche, tra le quali ci gettiamo
nella corrente più grande!
Ma qui accanto al molino i castelli di nuvole
si beffavano nell'acqua vertiginosa;
e sul suo pavimento di agata, la notte,
la fiamma della luna scorreva sotto i miei occhi
tra la calma boschiva, rotta
da un flauto in una capanna del colle.
Alla fine, quando giacqui nel letto
sofferente e stremato, circondato dai sogni,
l'anima del fiume mi era entrata nell'anima,
e la forza raccolta della mia anima mi stava muovendo
cosi in fretta da parer ferma
sotto villaggi di nuvole e sotto
sfere d'argento e mutevoli mondi —
finché vidi un bagliore di trombe
sui bastioni del Tempo!
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