La nostra arte e la nostro creatività sono le nostre armi più potenti. Dobbiamo usare lo nostra fantasia per stabilire il nostro futuro: incominciamo a preparare il mondo nuovo. Nessuna rivoluzione è auspicabile se non si ha una chiara visione di quello che si vuole dopo. Non è forse giunto il momento di chiederci per che cosa vogliamo combattere? Creiamo dunque le politiche di comportamento per il nostro futuro. Siamo così spesso forzati alla rinuncia, ci nascondiamo dentro al nostro buco; al buio, per guardare la luce che brillo così distante do noi. Non è forse tempo che ci muoviamo in direzione di quello luce? Adesso, forse, sono giunto al momento più difficile di questo mio scritto, il punto più: importante per mettere allo prova la mia natura essenzialmente pacifista. Quando la gente verrà a conoscenza di qualche possibilità di cambiamento reale, in un primo momento si limiterà ad assistere, a solidarizzare passivamente, e solo in un secondo momento si sentirà coinvolta e parteciperà attivamente allo lotta. Lo stato, i suoi agenti, i suoi "amici" ed alleati (da qui la necessità di una rivoluzione internazionale) si opporranno alla concessione dello libertà reclamata, libertà allo quale la gente non sarà disposta a rinunciare. Per quelli che facevano parte del grande movimento pacifista degli ultimi anni '70, e che a quel tempo erano convinti delle strategie puriste e pacifiste del primo movimento nonviolento, si porrà la domanda cruciale: combattere o non combattere? Combattere oppure sottomettersi all'inevitabile barbarie con cui lo stato reagirà alla rivoluzione? Se il movimento pacifista è davvero schierato dalla parte della pace, non può, in alcun modo tollerare l'esistenza dello reato, soprattutto perché la pace così come lo stato l'intende non è altro che una situazione generale di calma e torpore, un senso di sicurezza che lo stato può controllare direttamente. Se cerchiamo la pace, la vera pace mettendo da parte le nostre differenze, noi andiamo verso la rivoluzione, poiché in nessun altro modo le nostre domande troveranno una risposta. Verrà il momento in cui noi non ci dovremo più confrontare con la polizia, ma con l'esercito. So che se il mondo non verrà prima distrutto dallo stato, verrà il tempo dello rivoluzione. So che tutti i pacifisti contribuiscono e hanno contribuito a questa situazione. Quello che non so e se sarò oppure no disposto a prendere in mano un fucile.
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