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giovedì 27 gennaio 2022

Il Dominio della Tecnica

Non si tratta di un ritorno alla Natura, anche se i rapporti dell’uomo con la Natura si dovranno modificare radicalmente per basarsi più sulla reciprocità che sullo sfruttamento, dato che distruggendo la Natura si distrugge inevitabilmente la natura umana. Non si tratta più di dominarla quanto di stare in armonia con essa. L’esistenza degli esseri umani non si dovrà concepire come pura attività di appropriazione delle forze naturali, movimento, lavoro. Una società non capitalista, vale a dire liberata dalla tecnica, non sarà una società industriale ma nemmeno una specie di società paleolitica; dovrà conformarsi alla quantità di tecnica che si può permettere senza squilibrarsi. Deve eliminare tutta la tecnica che sia fonte di potere, quella che distrugge le città, quella che isola l’individuo, quella che spopola le campagne, quella che impedisce la comparsa di comunità, eccetera, insomma, quella che minaccia il modo di vivere libero. Tutte le civiltà anteriori fondate sull’agricoltura, sull’artigianato e sul commercio hanno saputo controllare e contenere le innovazioni tecniche. La società capitalista è stata un’eccezione storica, una stravaganza, una deviazione. Il sistema tecnocratico produce rovine, cosa che favorisce la diffusione della critica e rende possibile l’azione contro di esso. La questione principale sono i principi più che i metodi. Qualsiasi modo di procedere è buono se è necessario e serve a rendere popolari le idee, senza contribuire a qualsivoglia capitolazione: si partecipa alle lotte per renderle migliori, non per degenerare insieme ad esse. In assenza di un movimento sociale organizzato, le idee sono la prima cosa, combattere per le idee è l’importante, dato che non può nascere nessuna prospettiva da una organizzazione in cui regni la confusione rispetto a quel che si vuole. Tuttavia la lotta per le idee non è una lotta per l’ideologia, per avere una buona coscienza soddisfatta. Bisogna abbandonare la zavorra delle consegne rivoluzionarie che sono invecchiate e si sono trasformate in frasi fatte Il compito più elementare consisterebbe nel riunire il maggior numero possibile di gente intorno alla convinzione che il sistema deve essere distrutto e costruito di nuovo su altre basi, e discutere il tipo di azione che più si addice alla pratica delle idee derivate da questa convinzione. Questa pratica deve aspirare alla presa di coscienza per lo meno di una parte considerevole della popolazione, perché fino a quando non esisterà una coscienza rivoluzionaria sufficientemente estesa la classe sfruttata non si potrà ricostruire e nessuna azione di importanza storica, nessun ritorno della lotta di classe, sarà possibile. (Miguel Amoros)


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