Utilità e funzione resteranno sempre il punto di partenza di ogni critica formale; si tratta solo di trasformare il programma della funzionalità. I funzionalisti ignorano la funzione psicologica dell’ambiente … la vista dell’esterno delle costruzioni e degli oggetti, che ci stanno intorno e da noi utilizzati, ha una funzione indipendente dalla loro effettiva utilità. I razionalisti funzionalisti hanno, in ragione delle loro idee di standardizzazione, immaginato di poter arrivare alle forme definitive ideali dei differenti oggetti utili all’uomo. L’evoluzione di oggi mostra che questa concezione statica è sbagliata. Si deve arrivare ad una concezione dinamica della forma, si deve vedere la verità in viso per cui ogni forma umana si trova in uno stato di trasformazione continua. Non si deve, come razionalisti, evitare questa trasformazione; il fallimento di costoro sta nel fatto di non aver capito che il solo modo di evitare l’anarchia del cambiamento sta nel rendersi conto delle Leggi per cui questa trasformazione si opera nel servirsene. È importante comprendere che tale conservatorismo delle forme è puramente illogico perché non causato dal fatto che non si conosca la forma definitiva e ideale dell’oggetto, bensì dal fatto che l’uomo si inquieta se non trova una parte di “già visto” nel fenomeno sconosciuto … il radicalismo delle forme è causato dal fatto che la gente si annoia se non trova qualcosa di inusitato nel conosciuto. Si può trovare questo radicalismo illogico come fanno gli standardizzatori ma non si deve dimenticare che la sola via verso la scoperta è data da questo bisogno dell’uomo. L’architettura è sempre l’ultima realizzazione di una evoluzione spirituale e artistica; essa è la materializzazione di uno stadio economico. L’architettonico è il punto di realizzazione ultimo di ogni tentativo artistico perché creare un’architettura significa formare un ambiente e fissare un modo di vita. (Asger Jorn)
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