Translate

giovedì 8 dicembre 2022

PIETRO GORI - O nobili malfattori!

Ma codeste analisi, codeste constatazioni possono farsi... in pectore; guai a denunziarle!.... La verità (soprattutto quando è verità acre e nuda) va detta sottovoce. Molto meglio però non parlarne affatto. Così non si hanno seccature. In caso diverso un Sironi qualunque, nonché commendatore, vi fa ammanettare in 35 (per lo meno), fa delle composizioni romantiche, che trasmette all'autorità giudiziaria, parla con grandi arie di mistero delle informazioni avute da confidenti... rispettabili; - e dopo avere associati per parecchi mesi cotesti uomini nella comune sventura del carcere preventivo, trova una Camera di Consiglio che li associa a rispondere in solidum dell'art.248 del Codice Penale; finché il Pubblico Ministero, per finire di avvincerli l'uno all'altro sulla medesima croce, gli associa ancora nel godimento collettivo di un mezzo secolo di pene, fra reclusione e sorveglianza. E molti di costoro, come fu provato, neppure si conoscevano; nemmeno una volta eransi incontrati sulla via del lavoro e della miseria che pure ebbero comuni. Dovevano incontrarsi ed associarsi sul banco della sventura. Perché oggi, meno che mai, quel banco è del disonore. Certo una catena invisibile e ideale allacciava, anche senza che si conoscessero, i loro animi sognanti un'era luminosa di pace e di giustizia - e si svegliarono dal bel sogno con le manette ai polsi, e stipati come belve pericolose tra le sbarre di una gabbia. O nobili malfattori, io vi rinnovo il saluto, e invidio a voi l'onore di bandire da codesta alta e solenne tribuna le idee che avvincono me, libero, a voi incatenati. E rinnovo l'invito alla pubblica accusa: Se coteste idee sono un delitto, imprigionate me pure ed associatemi ad essi. Fra quei malfattori, sì, che sarei fiero ed orgoglioso di trovarmi - non tra quegli altri, che a Roma in questi giorni medesimi, vengono condotti in coupé e senza manette alla Corte d'Assise perché ebbero la fortuna di pigliarsi dei milioni.... Ma dimenticavo, perdonate, che quei crocesignati della capitale, sebbene teneri della proprietà in teoria, si dilettavano ad abolire praticamente la proprietà degli altri... per utile proprio - e che voi, o amici imputati, benché diroccatori teorici della proprietà, come privilegio di classe, e rivendicatori della intera ricchezza alla società intera, non avete mai steso la mano rapace sul superfluo degli altri (anche sapendo che tutto questo superfluo era frutto dei vostri sudori e delle privazioni vostre), e vi serbaste puri per aver diritto di gridare in faccia agli altri: Voi siete ladri! Eppure la miseria vi ha tormentato più volte, il bisogno più volte vi ha stimolato - ma voi avete resistito; voi, mentre gli altri rubavano per l'orgia, non avete tolto agli altri un soldo nemmeno per il nutrimento vostro, né per quello dei vostri figli, che vi chiedevano pane; - voi rimaneste rigidi, poveri, onesti, fino allo scrupolo, fino al ridicolo; e il rappresentante della legge domanda la vostra condanna come malfattori. Gli altri, i prevaricatori, i divoratori di milioni riavranno forse la libertà... di rubarne degli altri. (segue)


Nessun commento:

Posta un commento