Da diversi anni il progresso tecnologico cresce fortemente, apportando
nuove nocività quali il nucleare, le nanotecnologie e gli organismi
geneticamente modificati. Questi minacciano nell‘immediato la vita sulla
terra attraverso lo sfruttamento delle “materie
prime”, lo stoccaggio di enorme materiale radioattivo, la contaminazione
irreversibile con nanotecnologie e la manipolazione genetica. Tutte le
tecnologie condividono la volontà di espansione del controllo sul
vivente fino a raggiungere una dominazione totale sulla civiltà e sulle
sue complessità attraverso la creazione di una rete infinita di strutture di potere che alienano quotidianamente le
nostre relazioni.
La rivoluzione industriale porta in se un innalzamento della
specializzazione e della centralizzazione. La tecnologia genetica
rappresenta ora un nuovo salto qualitativo nello sviluppo del controllo
del vivente. In agricoltura ad esempio i brevetti sulle sementi di alcune grandi
multinazionali spingono l‘agricoltura verso una dipendenza assoluta, determinando la distruzione di ogni biodiversità.Ogni possibilità di un approvigionamento autonomo è reso impossible, fino a definire illegale qualsiasi iniziativa autonomista che tenda a questo.
Non sono solo le multinazionali o gli Stati che ne portano la responsabilità, ma pure tutti coloro che credono alle loro menzogne e sostengono il loro sviluppo e che vi aderiscono.
Un ruolo centrale in questa tendenza distruttrice è da attribuire agli scienziati che avvolti nei loro camici bianchi della «neutralità», nascosti dietro alla nozione di «ricerca fondamentale», lavorano alla legittimanzione della tecnologia genetica. La natura di queste ricerche ci sembra chiara: eseguire interessi economici attraverso l‘espansione assoluta del controllo sul vivente attraverso la determinata volontà di annientare le comunità libere e decentralizzate attraverso il loro annientamento fisico e culturale.
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