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giovedì 19 ottobre 2023

COSPIRARE

«Cospirare» è un verbo eminentemente politico. Significa mettersi insieme, unire le proprie forze per abbattere un potere costituito. Verbo, non a caso, molto machiavelliano. «Cospirare» è un’azione e una volontà politiche che si costruiscono spesso nella penombra di incontri e accordi segreti. Nella etimologia della parola la dimensione politica del suo significato è, forse, ancora più densa, fin quasi a divenire cosmica: il latino «conspirare», composto di con- e «spirare» («respirare»), rinvia all’idea di un soffio vitale che diviene comune: precordi, pensieri, sussurri, l’aria stessa dei nostri polmoni, tutto quello che ci è intimamente proprio viene con-diviso. Si cospira quando riusciamo a ragionare, respirare, sentire insieme con altri – ieri sconosciuti, oggi amici, compagni – quasi allo stesso tempo, come in una danza fra animali costruttori. Non è necessario, tuttavia, fare. Anzi. Bisogna rendere improduttivo il fare per portarlo alla scomparsa. Direi che «cospirare» è un gesto destituente perché rende inservibile il gesto e l’oggetto che ne deriva. In questo senso, contro Machiavelli, non si tratta di cospirare in silenzio (per congiurare, assaltare e prendere il potere), ma di «cospirare il silenzio», cioè: concorrere «con molti, di lingue e terre diverse» a creare le situazioni affinché si produca il silenzio, si rinunci alla parola e al nome, si spengano le luci (del varietà, delle pubblicità, dello spettacolo), si disinneschino, insomma, i vari dispositivi del potere, lasciandolo vuoto, sospendendolo, «Lasciare sempre gli spazi vuoti, conservare sempre il soffio». Infine, in questa breve ricerca lessicale, «cospirare», nel linguaggio scientifico, si dice di linee, rette, forze, moti che tendono, convergono, si dirigono verso un medesimo punto.


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