Ci si sente come rovesciati e ribaltati dall’altro lato delle cose e non si capisce più il mondo che si è appena lasciato. Dico: ribaltati dall’altro lato delle cose, e come se una forza terribile vi avesse dato la possibilità d’essere restituiti a ciò che sta dall’altro lato. Non si avverte più il corpo che si è lasciato e che vi garantiva nei suoi limiti, in cambio ci si sente molto più felici d’appartenere all’illimitato che a se stessi, perché si capisce che ciò che era noi ci è giunto dalla testa di questo illimitato, l’infinito, e che lo vedremo. Ci sentiamo in una sorta di onda gassosa e che emette da ogni parte un crepitio incessante. Sostanze uscite da qualcosa che po-trebbe essere la vostra milza, il fegato, il cuore o i polmoni si sprigionano incessantemente e scoppiano in questa atmosfera incetta fra il gas e l'acqua, ma che sembra richiamare a sé le cose e ordinar loro di riunirsi. [...] E tutta la serie di lubrichi fantasmi proiettati dall’inconscio non possono più ostacolare il soffio vero dell'UOMO, per il fatto stesso che il Peyote è l'UOMO non già nato, ma INNATO, e con lui la conoscenza atavica e personale è interamente animata e dispiegarsi. Lei sa ciò che è buono per lei e ciò che non le serve a nulla: e quindi i pensieri e i sentimenti che può accogliere senza pericolo e con profitto, e quelli che sono nefasti per l'esercizio della sua libertà. Sa soprattutto fin dove arriva il suo essere, e ?n dove non è ancora arrivata. NON SI HA IL DIRITTO Di ANDARE SENZA PRECIPITARE NELL’IRREALTÀ, IL NON-FATTO, IL NON-PREPARATO. (Antonin Artaud1936)
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