In quanto anarchica...
Premetto che in quanto anarchica
non riconosco come mio interlocutore l’apparato giudiziario, organo
dello stato la cui unica funzione consiste nell’essenziale protezione
delle classi sociali privilegiate e nella difesa della proprietà
privata. Quindi, con la seguente
dichiarazione, principalmente indirizzata all’esterno di questo
edificio, colgo l’occasione per rivolgermi a tutti coloro che possiedono
i requisiti per poter comprendere le mie parole.
Desidero rivolgermi alle classi
subalterne, a coloro che subiscono la condizione alienante di sfruttati e
oppressi dall’avanzato e moderno sistema capitalista, sempre più
spietato ed escludente.
Premetto altresì che nulla ho da
chiarire circa la mia condotta, le mie convinzioni e le mie scelte
politiche, tanto meno intendo chiedere clemenza ai signori della corte.
La natura squisitamente politica
di questo procedimento penale impone una netta presa di posizione, alla
luce soprattutto degli innumerevoli tentativi da parte della
magistratura e della stampa di screditare e spoliticizzare davanti
all’opinione pubblica gli imputati di questo processo.
Soggetti che loro malgrado sono
incappati negli ingranaggi della giustizia borghese e fatti figurare in
certi casi come un branco di violenti teppisti, in altri come un’orda di
barbari scesi nelle strade di Genova con il preciso intento di
devastarla e saccheggiarla.
No signori, intanto l’accusa di
devastazione e saccheggio la rinvio direttamente al mittente poiché
offensiva e poiché non fa parte del mio bagaglio storico politico.
La classe sociale a cui appartengo è colma fino all’orlo di ingiustizie, soprusi e umiliazioni inflitte dai padroni.
Ed è proprio nel santuario della
democratica inquisizione dove viene sistematicamente perpetuata
l’ingiustizia sociale, in cui tengo a precisare e ribadire la mia ferma
opposizione ad ogni forma di dominio, all’ineguaglianza sociale, allo
sfruttamento.
E seppur cosciente che come
nemica della vostra classe mi si infliggerà una pena severa poiché
portatrice di principi malsani assolutamente in contrasto con l’ordine
costituito, vi comunico che personalmente come lavoratrice salariata ho
avuto modo di conoscere i veri devastatori e saccheggiatori.
Risiedono nei palazzi di lusso o
del potere, sono i padroni, i capi di stato, insomma tutta la classe
dirigente di questo sistema infame.
Un’esigua percentuale di
individui su questa terra che in nome del profitto, del prestigio e del
potere assoluto depredano e saccheggiano l’intero pianeta.
Costringono alla fame ed alla
povertà milioni di persone, sia nel sud del mondo che nell’Occidente,
sfruttano gli operai sul posto di lavoro fino a renderli schiavi, di
conseguenza sono i diretti responsabili delle morti bianche, un vero e
proprio stillicidio.
Seppelliscono nelle patrie galere tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini di questa società opulenta.
Combattono guerre siano esse
umanitarie o di conquista poco importa, sterminando intere popolazioni,
devastando interi paesi e saccheggiando le loro risorse. E l’elenco
potrebbe continuare all’infinito.
Contro tutto ciò è necessario lottare, è necessario porre una strenua opposizione alla dittatura capitalista.
Per quanto mi riguarda è stato
questo il senso delle mobilitazioni di lotta antimperialista e
anticapitalista a Genova nel 2001, non tanto perché lo ritenei un evento
politico unico nella vita degli sfruttati determinato dalla presenza
dei padroni della terra, dai quali elemosinare qualche briciola caduta
dai loro sontuosi banchetti; lo feci in continuità con un percorso
politico già intrapreso, animato dalla forte esigenza di trasformare
radicalmente un modello sociale fondato sulla sopraffazione. Lo stesso
motivo che mi spinge tuttora a partecipare a momenti di lotta costruiti
dal basso, situazioni meno spettacolari e che meno interessano alle
telecamere del potere mediatico, ma sicuramente autentici.
A Genova nel 2001 con molta
determinazione è stato riaffermato un principio fondamentale, attraverso
la riappropriazione di uno spazio urbano negato e reso inaccessibile
dall’imponente presenza militare per impedire ogni forma di
disapprovazione ai rappresentanti del dominio.
Nessuna sentenza potra’ riscrivere la storia di quei giorni. carlo continuera’ a vivere tutti i giorni nelle nostre lotte.
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