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giovedì 30 marzo 2017

Prospettive per una generazione

Una società folle si propone di predisporre il suo avvenire generalizzando l'uso di camicie di forza individuali e collettive tecnicamente perfezionate (case, città, territorio pianificato), che ci impone come un rimedio ai suoi mali. Noi siamo invitati ad accettare, a riconoscere come nostro questo "corpo inorganico" prefabbricato; il potere medita di rinchiudere l'individuo in un altro sé, radicalmente altro. Al fine di adempiere a questo compito, effettivamente vitale per lui, oltre ai cortigiani (urbanisti, pianificatori del territorio), può contare sui fuorviati che fanno attualmente gli straordinari nelle scienze cosiddette umane. I servitori, segnatamente, di un'"antropologia" non più speculativa, ma strutturale e operativa, si adoperano attivamente ad estrarre una "natura umana" in più, ma questa volta direttamente utilizzabile, a somiglianza di una scheda della polizia, attraverso le diverse tecniche di condizionamento. Il risultato ultimo del processo così iniziato (ammesso che la crescita delle forze della nuova contestazione che l'accompagna dappertutto gliene dia il tempo) si denuncia fin d'ora come la versione modernizzata di una soluzione già sperimentata, il campo di concentramento, qui decentrata sull'insieme del pianeta. Le persone vi saranno assolutamente libere, soprattutto di andare e venire, di circolare, ma interamente prigioniere di questa libertà futile di andare e venire nei viali del potere. 

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