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giovedì 23 novembre 2023

Natura

La natura è un’invenzione dei tempi moderni. Per l’indiano della foresta dell’Amazzonia o, più vicino a noi, per il contadino francese dalla III Repubblica, questa parola non ha senso. Perché entrambi rimangono all’interno del cosmo. In origine l’uomo non si distingue dalla natura; fa parte di un universo senza fratture in cui l’ordine delle cose è in continuità con quello del suo spirito: lo stesso soffio animava gli individui, le società, le rocce e le fonti. Per il pagano primitivo non esisteva alcuna natura, c’erano solo gli dei, benevoli o terribili, le cui forze così come i loro misteri – oltrepassavano in modo infinitamente maggiore la debolezza umana. 

Ritorniamo alla natura perché, attraverso la lotta, ci forma alla libertà. Perché in essa prendiamo coscienza del nostro modo di essere uomini, nel mondo come nella società. Fornisce alle nostre idee l’esperienza e ci insegna la loro comune misura con la realtà; impariamo che la libertà è al di fuori dell’uomo, che la coscienza è contatto e presa di possesso, e la ragione soltanto potere di organizzazione. 

Non c’è armonia nella natura. Proprio perché la morte è la morte, non si può parlare di armonia, è lei che trionfa dal punto di vista umano. Pensate a tutti i cataclismi che ci affliggono incessantemente, i tornadi, i terremoti, i vulcani, le inondazioni, lo scatenamento delle forze di fuoco o di acqua, questo enorme disordine, questo immane sperpero, le mille uova di piovra che si schiudono affinché una soltanto giunga all’età adulta, le mille farfalle che prendono il volo e che saranno quasi tutte preda degli uccelli, questa profusione che va verso la morte. Una morte che altrove procura la vita. Ma è armonia questo immenso macello? Eppure questa terra è il nostro unico bene. 

I patiti della natura sono all’avanguardia della sua distruzione nella misura in cui le loro esplorazioni preparano il tracciato dell’autostrada; e che poi per salvare la natura la organizzano. Scrivono libri o tengono conferenze per spingere invitare in mondo intero a condividere la loro solitudine: non c’è niente di meglio che un navigatore solitario per riunire le masse. L’innamorato del deserto fonda una società per la valorizzazione del Sahara. Cousteau, per far conoscere il “mondo del silenzio”, gira un film che fa molto rumore. Il campeggiatore appassionato di spiagge deserte costruisce un villaggio da cartolina. Così la reazione contro l’organizzazione, il sentimento della natura porta all’organizzazione. 



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