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giovedì 23 novembre 2023

SMART CITY, la città intelligente

La storia del capitalismo e la storia dell’urbanizzazione del mondo, dal momento che esso ha trovato nella città moderna il luogo fondamentale dell’organizzazione dei propri bisogni. In essa si modellano utilitaristicamente le forme di vita e l’esperienza dello spazio-tempo collettivo. A ogni tappa della rivoluzione industriale che si sviluppa da ormai due secoli e mezzo e corrisposta una trasformazione radicale e costante dello spazio urbano. Da una decina di anni, l’aggettivo smart e la quintessenza della quarta rivoluzione industriale che il capitalismo propaganda come una necessita ineluttabile del progresso e della propria stessa sopravvivenza. Un’espressione fondamentale di questa “intelligenza”, riassuntiva di tutte le altre, dovrebbero essere quelle smart cities che hanno conquistato l’immaginario e plasmato il lavoro di urbanisti, politici e manager. La smart city e la visione utopica di una vita urbana resa intellegibile e gestita autonomamente dall’Intelligenza Artificiale e dall’automazione, dall’Internet delle cose e dalle infrastrutture digitali, dal Machine Learning e dai flussi di Big Data.

Nessun progetto di utilizzo della tecnologia e delle macchine potrà portare a una liberazione dell’umanità fino a quando una rivoluzione della vita quotidiana basata sulla sperimentazione di un nuovo sentimento ludico e anti-utilitarista del tempo e dello spazio non avra estirpato il cancro del produttivismo dal mondo. Le citta sperimentali della deriva che i situazionisti volevano cominciare a costruire – visibili in nuce soltanto nel micro-complesso auto costruito da Jorn ad Albisola Marina – avrebbero dovuto servire proprio a questo, a inventare una nuova idea di felicita che scalzasse quella alienante e totalitaria della “società dello spettacolo”. Purtroppo e significativamente, la New Babylon che doveva incarnare quel modello e che Constant continuo a progettare ben oltre la sua uscita dall’Internazionale situazionista – uscita dovuta proprio alla sua eccessiva fiducia post-marxista nei poteri dell’automazione – assomiglia oggi in molti tratti alla smart city della Aiken: un’utopia che il capitalismo e pronto a saccheggiare per i propri interessi. Non si possono cambiare le citta senza cambiare il mondo alle sue radici. Non può esistere una citta intelligente per l’umanità finche l’intelligenza rimane quella del capitalismo. Fino ad allora, nella meno catastrofica delle ipotesi, avremo un aggiornamento del baratto tra la garanzia di non morire di fame e la certezza di morire di una noia aumentata, cibernetica e transumana. 


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