Abbiamo bisogno di un mix di pessimismo e di ottimismo. Le questioni sono aperte. Questa civiltà fa schifo, questo è il pessimismo che dobbiamo cercare di tramandare, la consapevolezza che la civiltà è letale. Ma la questione è aperta. Ci sono degli scritti di Jarach che mi sono piaciuti, in cui dice che noi come anarchici non dobbiamo essere troppo duri e puri… La storia non ha ancora dimostrato quale tipo di organizzazione sia quella giusta per raggiungere l’obiettivo di una rivoluzione, quindi anche noi come anarchici a un certo punto dobbiamo sospendere il giudizio, su cosa intendiamo per autoritario o antiautoritario, su come organizzarci insieme alle persone normali, oppure tra di noi, oppure con i comunisti. Jarach dice che la questione dell’organizzazione non è ancora stata risolta, nella storia non ci sono risposte, sono tutte da verificare, non si sa cosa funziona meglio in una data situazione. Perché l’errore che commettiamo spesso è che facciamo confusione e agiamo, pensiamo e predichiamo come se la rivoluzione fosse già avvenuta. Siamo in una certa situazione con determinate condizioni e dobbiamo agire in modo molto contraddittorio e non possiamo agire se diciamo: “no, ho ragione io”. Quindi penso che dobbiamo essere molto cauti nel fare affermazioni, nel dire le cose sono così e così, dobbiamo verificare le cose, verificarle da noi e insieme ad altre persone. E poi chiederci: cosa posso fare? Jarach, e credo anche tu John, dite che anche l’anarchismo è un’ideologia moderna e perciò dobbiamo metterla in discussione, anche in collegamento con le lotte che ci sono attorno a noi. Non possiamo pretendere che gli indiani siano dei perfetti primitivisti o degli anarchici, infatti non lo sono. E noi lo siamo? No, neanche noi lo siamo! Sono io che devo sapere come cambiare, e poi chiedere alle persone che mi stanno vicino di cambiare in modo da rispettare l’autodeterminazione. Per me forse è una scorciatoia ma quando rifletto sull’anarchismo, il primitivismo è lì, è al suo interno, è logico, ovvio. Così come è logico che se hai il concetto di anarchia (apposta non ho detto (anarchismo) la critica della civiltà è basilare, fondamentale, perché la civiltà non ha nulla di anarchico, lo dimostra l’intera storia e a maggior ragione l’attualità, per cui spesso nelle discussioni posso soltanto dire che le cose sono semplici: se pensi alla rivoluzione, una vera rivoluzione, l’analisi primitivista anarchica è in un certo senso ovvia. Se non possiedi questi strumenti per capire come vanno le cose, penso che non avrai l’opportunità di andare alle fondamenta, di andare davvero alla radice delle cose. Senza andare alla radice non è possibile cambiare per davvero le cose, perché altrimenti ci si fermerà sempre a un certo limite… ci penserà la prossima generazione… ma magari la prossima generazione vorrà Facebook, no? O forse invece non lo vorrà, dirà che è un’alienazione, che è controproducente e così via. Ma cosa dirai alle giovani generazioni ormai abituate a Facebook, devi dire loro che hai le stesse critiche di base che devi avere contro le automobili, che però usi pure tu…
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