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giovedì 17 marzo 2022

La vita addomesticata

L’addomesticamento è il processo usato dalla civiltà per indottrinare e controllare la vita secondo la sua logica. Questi meccanismi di subordinazione collaudati nel tempo comprendono: la doma, l’allevamento selezionato, la modificazione genetica, l’addestramento, l’imprigionamento, l’intimidazione, la coercizione, l’estorsione, la speranza, il controllo, la schiavizzazione, il terrorismo, l’assassinio... l’elenco continua e comprende quasi tutte le interazioni sociali del mondo civile. Questi meccanismi e i loro effetti si possono osservare e percepire nell’intera società, e sono imposti attraverso istituzioni, riti e costumi. L’addomesticamento è anche il processo attraverso il quale popolazioni umane precedentemente nomadi passano a un’esistenza sedentaria tramite l’agricoltura e la zootecnia. Questo tipo di addomesticamento comporta un rapporto totalitario sia con la terra che con le piante e gli animali da addomesticare. Se allo stato selvatico tutte le forme di vita condividono le risorse e competono per adoperarle, l’addomesticamento distrugge questo equilibrio. Il paesaggio addomesticato (per esempio i terreni tenuti a pascolo, i campi coltivati e, in minor misura, l’orticoltura e il giardinaggio) esige la fine della libera condivisione delle risorse che esisteva in precedenza: ciò che una volta “era di tutti”, adesso è “mio”. Nel suo romanzo Ishmael, Daniel Quinn spiega questa trasformazione dalla condizione dei Leavers (coloro che accettavano ciò che la terra offriva) a quella dei Takers (coloro che pretendevano dalla terra ciò che volevano). Questa nozione di appropriazione gettò le fondamenta per la gerarchia sociale con la comparsa della proprietà e del potere. Non solo l’addomesticamento trasforma l’ecologia da ordine libero a ordine totalitario, ma schiavizza anche tutte le specie addomesticate. In generale, quanto più un ambiente è controllato, tanto meno è sostenibile. L’addomesticamento degli stessi esseri umani richiede molte contropartite rispetto al modo di vita nomade basato sulla raccolta di ciò che si trova in natura. Merita rilevare che gran parte dei passaggi dal modo di vita nomade all’addomesticamento non sono avvenuti autonomamente, ma sono stati imposti con la lama della spada o la canna del fucile. Se solo 2000 anni fa la maggioranza della popolazione mondiale era costituita da raccoglitori-cacciatori, oggigiorno la cifra è scesa allo 0,01%. La traiettoria dell’addomesticamento è una forza colonizzatrice che ha portato con sé una miriade di patologie per le popolazioni conquistate e per gli stessi iniziatori della pratica. Tra i vari esempi si possono citare il declino della salute per carenze nutritive dovute all’eccessivo ricorso a diete non diversificate, quasi 40-60 malattie trasmesse e integrate nelle popolazioni umane per ogni animale addomesticato (l’influenza, il comune raffreddore, la tubercolosi, eccetera), la comparsa di un surplus che si può usare per nutrire una popolazione sbilanciata e che invariabilmente comporta la proprietà e la fine della condivisione incondizionata


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