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giovedì 17 novembre 2022

La Rivoluzione non è riformare

Il sistema non può essere riformato in modo tale da conciliare la libertà con la tecnologia. Il solo modo è di fare completamente a meno del sistema industriale tecnologico. Questo implica la rivoluzione, non necessariamente un’insurrezione armata, ma certamente un cambiamento radicale e fondamentale nella natura della società. La gente pensa che poiché la rivoluzione implica un cambiamento molto più radicale della riforma sia più difficile determinarla. In realtà, in certe circostanze, la rivoluzione è più facile che la riforma. La ragione è che un movimento rivoluzionario può ispirare un’intensità di impegno che un movimento di riforma non può ispirare. Un movimento di riforma offre solo la possibilità di risolvere un problema sociale particolare. Un movimento rivoluzionario offre la possibilità di risolvere tutti i problemi in un colpo solo e di creare un mondo interamente nuovo; fornisce il tipo di ideale per il quale la gente accetterà di accollarsi un rischio e di fare grandi sacri?ci. Per queste ragioni sarebbe molto più facile rovesciare l’intero sistema tecnologico che imporre restrizioni e divieti permanenti allo sviluppo dell’applicazione di qualunque segmento della tecnologia, come l’ingegneria genetica. In condizioni opportune un grande numero di persone potrebbe dedicarsi con passione a una rivoluzione contro il sistema industrial-tecnologico. I riformatori che cercano di limitare certi aspetti della tecnologia potrebbero impegnarsi per evitare un danno. Ma i rivoluzionari lavorano per ottenere una altissima ricompensa: la realizzazione della loro visione rivoluzionaria, e quindi lavorano più duramente e con più tenacia dei riformatori. La riforma è sempre frenata dalla paura delle possibili conseguenze negative in caso di cambiamenti poco prevedibili. Ma, una volta che la febbre rivoluzionaria ha preso piede in una società, la gente è disposta ad affrontare infinite avversità per il ?ne della rivoluzione. Questo fu dimostrato chiaramente nella rivoluzione francese e russa. Potrebbe essere accaduto, in quei casi, che solo una minoranza della popolazione fosse realmente impegnata riella rivoluzione, ma questa minoranza era sufficientemente ampia e attiva da divenire la forza dominante nella società. (Theodore J. Kaczynski, 1996)


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